La recensione di Assassin’s Creed Shadows: perché sta facendo discutere il nuovo gioco di Ubisoft

Antonio Pellegrino
Assassin's Creed Shadows

Lanciato questa settimana, Assassin’s Creed Shadows è uno dei titoli in uscita nel 2025 più attesi e di sicuro il videogame più chiacchierato del momento. In questa pagina vedremo perché e scopriremo quali sono i punti di forza e debolezza nella nostra recensione dell’ultimo videogame targato Ubisoft.

Allora, partiamo subito: Assassin’s Creed Shadows è uscito e, ragazzi, sembra proprio che Ubisoft abbia fatto centro, almeno per molti aspetti: basti pensare che a meno di 24 ore dal lancio, il titolo ha raccolto 1 milione di giocatori, tra vendite e accessi tramite abbonamento a Ubisoft+. Eppure restano tante ombre. Il gioco ti fa sentire come un ninja o un samurai in un Giappone da cartolina, con qualche inciampo qua e là, ma nel complesso una roba che spacca. È ambientato nel 1579, durante il periodo Sengoku, un’epoca di guerre civili e caos totale, e già questo ti dà un’atmosfera pazzesca, tipo film di Kurosawa ma con il controller in mano.

Il gioco ti mette nei panni di due protagonisti: Naoe, una shinobi agile e silenziosa che sembra uscita da un anime, e Yasuke, un samurai africano (sì, ispirato a una figura storica vera!) che mena come un fabbro. Questa combo è una delle cose più fighe del gioco, perché ti permette di switchare tra due stili completamente diversi: con Naoe ti senti un’ombra che sgattaiola sui tetti e fa fuori i nemici senza che nessuno se ne accorga, mentre con Yasuke sei un carro armato che spacca tutto a spadate.

Assassin's Creed Shadows 1

Parliamo del Giappone che Ubisoft ha creato: una roba da restarci secchi. Campagne con ciliegi in fiore, villaggi che sembrano usciti da un dipinto, castelli che ti fanno venire voglia di mollare tutto e andare a vivere lì. La mappa non è gigantesca come quella di Valhalla o Odyssey, ma è densa di dettagli, e questo è un punto a favore per chi, come me, si perdeva in quelle distese infinite degli altri giochi.

Esplorare è un piacere, anche perché il gioco ti spinge a guardarti intorno senza bombardarti di icone inutili sulla mappa. C’è pure un sistema di stagioni che cambia il paesaggio, tipo neve d’inverno o foglie rosse in autunno, e questo dà un tocco di realismo che ti fa dire: “Cavolo, ci hanno proprio pensato!”.

Il gameplay? Qui si vola alto. La furtività con Naoe è la più rifinita che la serie abbia mai visto: puoi arrampicarti ovunque, usare gadget ninja tipo kunai o bombe fumogene, e c’è persino un rampino che ti fa sentire Spider-Man in kimono. Yasuke, invece, è per chi ama l’azione diretta: spade, katane, parate e mazzate che sembrano quasi un God of War in salsa giapponese.

Possiamo sottolineare che il combattimento è fluido e soddisfacente, anche se ogni tanto l’IA dei nemici fa un po’ la stupida, tipo guardie che non ti vedono mentre sei a due passi. Niente di tragico, ma qualche volta ti strappa un “ma dai, sul serio?”.

La storia, beh, non è proprio il punto forte. C’è una trama di base con intrighi politici, assassini e la solita lotta tra Assassini e Templari (qui chiamati in modo diverso, ma sempre loro sono), ma non ti prende come altre volte nella serie. I due protagonisti hanno i loro momenti, con Yasuke che cerca redenzione e Naoe che vuole vendetta, però la recensione dice che manca quel guizzo che ti fa dire “wow, che plot twist!”. È più un contorno per giustificare le tue scorribande in giro per il Giappone, ma se ti piace l’azione più che il dramma, ci sta.

Ci sono anche un paio di cosine che non convincono del tutto. Tipo, qualche bug qua e là: nemici che si incastrano nei muri o animazioni che fanno le bizze. Niente che rovini l’esperienza, ma si nota.

Le  polemiche

Molte polemiche sono state sollevate sull’inclusione di Yasuke in questa storia, l’argomento di conversazione più frequente è la mancanza di rappresentazione giapponese di questo gioco, visto che Yasuke è un samurai nero e Naoe è una shinobi donna.

Naoe è presumibilmente la protagonista principale di questa storia, tuttavia; la campagna è guidata dalla sua sete di vendetta su un clan di misteriosi guerrieri. Yasuke può sembrare un deuteragonista per questo motivo, non avendo l’agenzia per far avanzare gli eventi di questa storia da solo. Certo, i giocatori possono schierarsi con Yasuke quando prendono decisioni (spesso irrilevanti) sulla storia, ma questa è prima di tutto la storia di Naoe. Ciò dovrebbe piacere a chiunque cerchi una rappresentazione giapponese, a meno che non ci sia una ragione più insidiosa dietro tutta questa controversia. Non potrebbe esserci, giusto…?

Conclusioni

In definitiva, Assassin’s Creed Shadows è un gioco che ti fa innamorare del Giappone e ti dà un sacco di modi per divertirti, tra stealth, combattimenti e paesaggi da urlo. Non è perfetto, la trama poteva essere più incisiva e qualche bug si poteva evitare, ma per Jordan (e per me che ti sto raccontando tutto questo) è un viaggio che vale la pena fare. Se hai sempre sognato di essere un ninja o un samurai, questo è il momento di prendere il controller e buttarti nella mischia. Voto? Un bel 9/10, perché, come dice il titolo della recensione, “tutto è davvero meglio in Giappone”!

Antonio Pellegrino, classe 1995, è una voce autorevole nel panorama degli esports e del gambling online in Italia. Da oltre dieci anni, con passione e competenza, si dedica alla scrittura di contenuti approfonditi, spaziando tra analisi tactical di videogiochi competitivi, recensioni di piattaforme di gioco e guide strategiche per gli appassionati. La sua carriera è iniziata seguendo da vicino titoli iconici come League of Legends e Counter-Strike: Global Offensive, per poi evolversi con l’esplosione di fenomeni come Valorant e FIFA nella scena esports.