Il calcio, lo sport più seguito al mondo, è da tempo un terreno fertile per le società di scommesse, che ne hanno fatto un pilastro fondamentale delle loro strategie di marketing e di espansione economica. Un recente articolo pubblicato il 21 marzo 2025 su The Guardian, dal titolo Revealed: betting companies’ huge financial influence in European football, ha messo in luce l’enorme influenza finanziaria dei bookmaker nel calcio europeo, evidenziando dati preoccupanti e una tendenza che sembra destinata a consolidarsi.
In questo articolo, analizzeremo in profondità il rapporto tra i bookmaker internazionali e le squadre dei principali campionati mondiali, con particolare attenzione ai numeri e alle implicazioni di questa sinergia.
I numeri
Secondo l’indagine condotta da Investigate Europe e riportata da The Guardian, il 66% delle squadre delle 31 divisioni di vertice in Europa – pari a 296 club su 442 – ha almeno un accordo di sponsorizzazione con una società di scommesse nella stagione 2024/25. Questo dato, già di per sé impressionante, assume contorni ancora più significativi se si considera che un club su tre sfoggia un logo di un bookmaker sulla parte frontale della maglia, la posizione più visibile e prestigiosa per uno sponsor. In termini assoluti, si tratta di circa 148 squadre che promuovono direttamente marchi di betting attraverso il loro kit ufficiale.
Il fenomeno non si limita ai grandi campionati come la Premier League inglese o la Serie A italiana. In tornei come l’Eredivisie olandese, ogni singola squadra ha un partner o sponsor legato al mondo delle scommesse. Lo stesso accade in mercati emergenti ma rilevanti come Portogallo, Grecia e Germania, dove la presenza dei bookmaker è ormai capillare. Anche in campionati meno sotto i riflettori, come quelli di Ungheria, Romania e Bulgaria, la maggior parte delle squadre di prima divisione esibisce loghi di betting sulle maglie, segno di una dipendenza economica che travalica i confini delle cosiddette “big five” (Premier League, LaLiga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1).
Il caso emblematico della Premier League
La Premier League inglese rappresenta un caso studio particolarmente significativo. Con 11 delle 20 squadre che nella stagione 2024/25 presentano un logo di una società di scommesse sulla maglia, il campionato inglese vanta la più alta proporzione di sponsorizzazioni di questo tipo tra le cinque leghe principali europee. Secondo i dati di Global Data citati nell’articolo, i marchi di betting hanno investito circa 135 milioni di dollari (circa 125 milioni di euro) in accordi di sponsorizzazione per le maglie della Premier League in questa stagione. Per club di medio calibro, queste partnership possono valere fino a 10 milioni di sterline all’anno, una cifra che, come sottolinea Kieran Maguire, esperto di finanza calcistica dell’Università di Liverpool, rappresenta un’ancora di salvezza per squadre sotto pressione economica.
Tuttavia, la Premier League si prepara a un cambiamento: dal 2026/27 entrerà in vigore un divieto volontario di sponsorizzazioni di betting sulle maglie, una mossa che potrebbe ridurre questa dipendenza. Ma, come vedremo, altri campionati europei stanno già dimostrando che tali divieti possono essere aggirati.
Divieti e letture alternative
In Italia, un divieto simile è in vigore dal 2018, ma tre club di Serie A – Inter (Betsson.sport), Parma (AdmiralBet.news) e Lecce (BetItalyPay) – hanno sponsor “prossimi” al betting sulle maglie nella stagione 2024/25. Questi marchi, pur non essendo tecnicamente bookmaker, sono spesso collegati a società di scommesse, rappresentando una sorta di “ponte” per aggirare le restrizioni.
In Belgio, dove una legge entrata in vigore a gennaio 2025 limita le sponsorizzazioni di betting a maniche e retro delle maglie, diversi club della Pro League continuano a esibire loghi sul fronte, sfruttando sub-brand o nomi parziali delle società madri. Questo dimostra come i club, spinti dalla necessità di introiti, siano disposti a sfruttare ogni possibile scappatoia.
L’Impatto globale e i mercati asiatici
Un aspetto meno visibile, ma altrettanto rilevante, è la presenza di bookmaker asiatici nel calcio europeo. Molti di questi operatori, che non hanno licenze ufficiali in Europa, utilizzano le sponsorizzazioni per accedere a mercati difficili come quello cinese, dove la pubblicità diretta di scommesse è vietata. La Premier League, con la sua enorme popolarità globale, è un veicolo ideale per questa strategia. Club come West Ham ed Everton, che nel mese di marzo 2025 hanno disputato un match con entrambe le squadre sponsorizzate da bookmaker, sono un esempio concreto di questa tendenza.
Charles Livingstone, membro del gruppo di esperti dell’OMS sul gioco d’azzardo, sottolinea un dato cruciale: maggiore è l’esposizione alla pubblicità delle scommesse, maggiore è la probabilità di sviluppare abitudini di gioco. “Le aziende di betting spendono milioni in promozioni perché funziona: reclutano nuovi giocatori”, afferma Livingstone. Questo è particolarmente preoccupante in un contesto in cui il calcio, sport di massa per eccellenza, diventa un canale di normalizzazione del gambling, soprattutto tra i più giovani.
La dipendenza dei club dal denaro delle scommesse è un tema che emerge con forza dai dati. In Bulgaria, la Federazione Calcistica locale ha dichiarato che oltre due terzi dei club dipendono finanziariamente dal settore del gambling, e un divieto rischierebbe di portarli al fallimento. In Spagna, il presidente della Liga Javier Tebas ha stimato che il divieto del 2021 abbia causato danni per 90 milioni di euro, una cifra che in Italia è stata citata come motivazione per una recente risoluzione parlamentare volta a revocare le restrizioni.
Conclusioni
Il rapporto tra bookmaker e calcio europeo è un intreccio di interessi economici, strategie di marketing e questioni etiche. I numeri parlano chiaro: con due terzi dei club legati a società di scommesse e investimenti milionari in sponsorizzazioni, il fenomeno è ormai strutturale. Tuttavia, mentre i divieti si moltiplicano, i club trovano modi per aggirarli, spinti da una necessità economica che supera spesso le preoccupazioni sociali. La sfida per il futuro sarà trovare un equilibrio tra la sostenibilità finanziaria del calcio e la tutela dei tifosi, in un panorama dove il potere dei bookmaker sembra destinato a crescere ancora.