La scena italiana di League of Legends è in crisi: la lettera che scuote la community

Antonio Pellegrino

Hai presente quella sensazione quando il tuo main sembra nerfato e non sai più come vincere? Ecco, lo scenario competitivo italiano di League of Legends sta vivendo un momento simile: un po’ in affanno, con la community che si guarda intorno spaesata. A mettere nero su bianco questa situazione ci ha pensato Iniziativa Popolare Esportiva (IPE), un gruppo di appassionati che ha deciso di prendere la penna – o meglio, la tastiera – e scrivere una lettera aperta per fare il punto sul caos che regna nel panorama nostrano di LoL.

Allora, partiamo dal problema: in Italia il competitivo di League non decolla come dovrebbe. Nonostante ci siano tornei, team e una fanbase che spacca, manca qualcosa. L’IPE non ci gira intorno e punta il dito su un sistema che sembra essere andato storto: poca organizzazione, sponsor che latitano e un supporto ufficiale da Riot Games che, diciamocelo, non è proprio da Challenger. Insomma, il potenziale c’è, ma è come se fossimo bloccati all’età della pietra.

La lettera non è solo un lamento, però. È un grido di chi ama questo gioco e vuole vederlo crescere anche da noi. Gli autori parlano chiaro: serve un cambio di rotta. Non basta più tirare avanti con tornei locali fatti alla buona o con team che si sciolgono dopo due split perché i soldi finiscono. L’IPE chiede una struttura più solida, con Riot che magari ci metta un po’ più di cuore (e di risorse) per spingere l’Italia oltre il livello “eh, carino, ma nulla di che”. E poi c’è la questione sponsor: se nessuno investe, come fai a pagare i player o a organizzare eventi decenti? È un cane che si morde la coda.

Ma non è tutto nero, dai. La community italiana di LoL ha sempre avuto un’energia pazzesca. Pensa ai PG Nationals o ai tornei indipendenti: c’è gente che ci mette l’anima, anche senza budget stellari. Solo che, per fare il salto di qualità, serve qualcosa di più. Magari una lega ufficiale ben strutturata, un calendario chiaro e un po’ di visibilità che non sia solo “il cugino che streamma su Twitch”. L’IPE lo dice senza mezzi termini: se non si muove qualcosa, rischiamo di restare il fanalino di coda in Europa, mentre Francia, Spagna e Germania ci salutano dall’alto della loro classifica.

E Riot? Beh, qui casca l’asino. Nella lettera si sente un po’ di delusione verso la casa madre. Non che Riot ignori l’Italia, ma diciamo che il nostro paese non sembra proprio in cima alla lista delle priorità.

Eppure, con un po’ di attenzione in più – tipo un supporto diretto ai tornei o qualche iniziativa per far crescere i talenti – potremmo giocarcela alla grande. L’IPE non chiede la luna, ma almeno una mano tesa per non lasciare tutto sulle spalle di volontari e appassionati.

Insomma, questa lettera è un po’ come un “report” dopo una partita persa: evidenzia gli errori, ma con la voglia di migliorare al game dopo. La community c’è, i player pure, e la passione non manca. Ora tocca vedere se qualcuno raccoglierà il guanto di sfida. Magari Riot ci sorprende con una patch salvavita, o forse saranno gli stessi fan a trovare la quadra. Una cosa è certa: il competitivo italiano di League of Legends non vuole arrendersi.

Antonio Pellegrino, classe 1995, è una voce autorevole nel panorama degli esports e del gambling online in Italia. Da oltre dieci anni, con passione e competenza, si dedica alla scrittura di contenuti approfonditi, spaziando tra analisi tactical di videogiochi competitivi, recensioni di piattaforme di gioco e guide strategiche per gli appassionati. La sua carriera è iniziata seguendo da vicino titoli iconici come League of Legends e Counter-Strike: Global Offensive, per poi evolversi con l’esplosione di fenomeni come Valorant e FIFA nella scena esports.